Pokémon e yōkai: un viaggio tra mito e realtà
Condividi
C’è qualcosa nei Pokémon della prima generazione che non ha mai smesso di affascinarci. Non solo perché li abbiamo visti crescere con noi, ma perché — inconsapevolmente — custodivano qualcosa di più antico. Qualcosa di più inquietante.
Sotto la superficie di design buffi o potenti, si nasconde una verità che pochi conoscono: molti Pokémon non sono semplici invenzioni, ma eredi diretti di creature millenarie. Gli yōkai, spiriti del folklore giapponese.
Alcuni sono leggende. Altri incubi. Tutti, in un modo o nell’altro, sono sopravvissuti... fino ad arrivare nelle nostre cartucce Game Boy.
Gengar – Il sorriso dell'aldilà
Ti ha fatto ridere. Ti ha fatto paura. Gengar è uno dei Pokémon più amati — e anche uno dei più inquietanti. Dietro il suo design si cela l’immagine classica dello Yūrei, il fantasma giapponese. Avvolto in un'aura sinistra, con un ghigno permanente e occhi rossi come il sangue, Gengar non è solo un tipo Spettro: è la reincarnazione digitale di uno spirito tormentato, intrappolato tra due mondi. Gli Yūrei si manifestano quando qualcosa nella loro vita è rimasto irrisolto, e si dice che siano spinti da emozioni così forti da non riuscire a scomparire del tutto. Proprio come lui.
Ninetales – La volpe delle illusioni
Ninetales affascina, ammalia, incanta. Ma non è soltanto una volpe con nove code: è il riflesso moderno della Kyūbi no Kitsune, una creatura leggendaria del folklore giapponese. La kitsune è un essere in grado di mutare forma, spesso assumendo sembianze umane, capace di creare illusioni, leggere la mente e persino influenzare la volontà degli uomini. Ogni coda rappresenta cento anni di vita e di potere. Quando raggiunge le nove, è praticamente inarrestabile. Dietro l’eleganza di Ninetales, si cela il pericolo dell’inganno perfetto.
Gyarados – Il drago che non doveva esistere
Pochi Pokémon incarnano la trasformazione come Gyarados. Ma la sua metamorfosi non è un inno alla speranza: è una discesa nella furia. Gyarados nasce dalla leggenda del pesce koi che risale la cascata e si trasforma in drago, ma con un dettaglio inquietante: non è un drago celestiale, bensì un mostro marino, vicino al Wani — creatura leggendaria simile a un coccodrillo-serpente. Il Wani non protegge. Il Wani distrugge. E Gyarados, con i suoi occhi sbarrati e la sua rabbia esplosiva, è la sua reincarnazione marina.
Drowzee – Il ladro di sogni
Drowzee cammina lentamente. Ti osserva mentre dormi. E poi si nutre di ciò che trovi più intimo: i sogni. Ispirato al misterioso Baku, una creatura soprannaturale metà elefante, metà tapiro, che nel folklore giapponese veniva evocata per divorare gli incubi. Ma la leggenda è ambigua: se il Baku si sazia troppo, può iniziare a mangiare anche i sogni buoni. Drowzee non è il guardiano del sonno. È l’ospite indesiderato.
Hypno – Lo sguardo che ipnotizza
Se Drowzee è inquietante, Hypno è sinistro. Il suo pendolo ondeggia piano, ma il suo sguardo è fisso. Penetra. Alcune storie narrano che Hypno rapisca i bambini. Altre che li attiri con promesse sussurrate nei sogni. Nel folklore giapponese esistono spiriti simili: entità manipolatrici, legate all’inganno mentale, capaci di confondere la percezione della realtà. Hypno è il lato oscuro del controllo. Un burattinaio silenzioso.
Muk – La carne della corruzione
Muk è veleno allo stato puro. Ma dietro alla sua melma tossica si nasconde qualcosa di ancora più antico e disgustoso: il Nuppeppō. Questa creatura del folklore è una massa informe di carne umana, senza volto, dall’odore insopportabile, che vaga per templi e villaggi. Un simbolo di putrefazione morale prima ancora che fisica. Muk non è solo sporco: è la manifestazione di ciò che è stato abbandonato troppo a lungo.
Ditto – Il mutaforma senza identità
Ditto è tenero, goffo, inoffensivo. Fino a quando non decide di diventare qualcun altro. Nel folklore, gli Obake sono spiriti che possono mutare forma a piacimento: uomini, animali, oggetti. Sono maestri dell’inganno. Ditto non ha una vera forma, una vera volontà. È tutto e niente. Ti sorride... ma non sai mai chi è davvero.
Magmar – La fiamma dimenticata
Magmar è una creatura ambigua, con tratti da uccello, lucertola, e demonio. La sua fiamma non scalda: ustiona. Tra le figure folkloristiche a cui somiglia c’è il Basan, un gallo mostruoso che soffia fuoco e vive tra i monti, ma anche il Sōgenbi, uno yōkai che si manifesta come una testa infuocata fluttuante, punizione per un monaco malvagio. Magmar è punizione viva, un essere elementale che non appartiene a nessun mondo.
Jynx – Il richiamo della montagna
Pochi Pokémon hanno generato più controversie di Jynx. Ma oltre le polemiche estetiche si nasconde un legame diretto con la Yama-uba, la strega delle montagne. Questa figura del folklore giapponese è una donna dai poteri magici, spesso rappresentata come madre e mostro allo stesso tempo. Vive isolata, danza sotto la neve, e nasconde segreti che nessuno osa chiedere.
Gastly – Il respiro dell’invisibile
Gastly è l’essenza del mistero. Una sfera fluttuante di gas oscuro, con occhi maligni e un sorriso tagliente. Ma in quella nube eterea non c’è solo un’idea astratta di fantasma: c’è il riflesso di una lunga tradizione giapponese. Gastly incarna l’anima degli Obake gassosi, spiriti mutaforma e senza forma fissa, che appaiono come vapori o nebbie malevole. Alcune rappresentazioni di yōkai più rare mostrano presenze che avvolgono la preda in un abbraccio soffocante, esattamente come fa Gastly con il suo gas velenoso. È il primo stadio di una maledizione. Il segnale che qualcosa di antico si sta risvegliando. E il fatto che rida mentre lo fa... non è un caso.
Meowth – Il portafortuna infido
Meowth è simpatico, chiacchierone, iconico. Ma nel folklore giapponese i gatti hanno una doppia faccia. Il Bakeneko è un gatto che ha vissuto abbastanza a lungo da sviluppare poteri soprannaturali. Cammina su due zampe, parla, si vendica. È misterioso e pericoloso. Meowth conserva la sua versione più affabile, vicina al Maneki-neko, il gatto che attira fortuna. Ma chi ci dice che non si trasformi, di notte, in qualcos’altro?
Conclusione:
I Pokémon sono cresciuti con noi, ma alcuni hanno origini antichissime. Dietro i loro sprite, le loro evoluzioni e le loro mosse, si nascondono secoli di storie, miti e paure. Gli yōkai vivono ancora, e ora sappiamo dove: nella nostra squadra per sfidare i Super Quattro.
Ti è piaciuto questo viaggio? Preparati alla parte 2. Perché gli spiriti... sono molti di più.